Farina con steli di grano: risolveremo così la fame nel mondo?

raccolta delle messi

Immaginate di prendere gli steli e le foglie del frumento, di ripulirle da eventuali corpi estranei, di macinarle finemente e di unirle alla farina buona ottenuta dai chicchi: un primo risultato sarà di ottenere un abbondante volume di prodotto.

Poi raccontate come questa farina “innovativa” sia un alimento dietetico perché contiene una percentuale di fibre 6 volte maggiore della farina tradizionale, potete anche aggiungere che il prodotto è ipocalorico, particolarmente adatto per chi deve perdere peso.

Però se la raccontate così, in italiano con parole semplici, potreste essere immediatamente incriminati del reato di truffa alimentare.

Ma se a condurre la ricerca è The Supplant Company, una startup inglese con attività negli U.S.A, la notizia avrà immediatamente una veste più “scientifica”, poi continuate parlando non di riciclo dei sottoprodotti ma di upcycling dei sidestream materials: il gioco è fatto!

E se siete bravi come gli inglesi di The Supplant Company potreste ottenere un sacco di soldi a fondo perduto ( loro hanno ricevuto 26 milioni di dollari americani!)

Veri benefici per l'uomo e per l'ambiente?

Ho ripreso la notizia dal notiziario GIFT (great italian food trade) dove si ammette che i sottoprodotti dei cereali sono già tradizionalmente impiegati come lettiera nelle stalle e anche per la produzione di isolanti termici per le abitazioni.

Le conclusioni dell’articolo sono giustamente improntate alla cautela, se da un lato viene confermata l’importanza del riciclo di ogni sottoprodotto dell’agricoltura, dall’altro si segnala il pericolo per la sicurezza alimentare se queste piante non sono di coltivazione biologica: infatti è proprio sulle parti esterne delle colture che si trovano i maggiori residui di pesticidi, erbicidi e altri prodotti tossici impiegati nell’agricoltura convenzionale.

CASA IN BALLE DI PAGLIA IN AUSTRIA
casa in legno e balle di paglia

Personalmente segnalo alcuni ulteriori aspetti critici che mi fanno ritenere inutile o peggio negativa una ricerca con queste caratteristiche:

1 – Penso che i nuovi alimenti prodotti con questa farina, non sarebbero utili a risolvere il problema della fame nel mondo perché i veri destinatari saranno probabilmente i tanti bambini e adulti obesi dei paesi ricchi, che hanno bisogno di alimenti ipocalorici per poter continuare a mangiare senza ingrassare.

2 – Gli eventuali benefici ambientali sarebbero reali se questi sottoprodotti non fossero già impiegati, in realtà sono biomasse tradizionalmente destinate al settore zootecnico: la paglia è ampiamente usata per l’alimentazione e la lettiera degli animali ma anche per la pacciamatura naturale di molte coltivazioni orticole.

3 – Gli attuali impieghi di questi sottoprodotti non comportano ulteriori significativi apporti di energia. Anche nel settore della bioedilizia questi materiali trovano facile impiego nel migliorare l’isolamento termico degli edifici per un vero risparmio energetico. 

Con questa iniziativa si andrebbe dunque a privare di risorse, settori di vitale importanza, per destinarle a scopi “secondari”, se così possiamo definire la dietetica e la cosmetica.

suini allevati su lettiera di paglia
suini allevati su lettiera in paglia

Conclusioni

Senza nulla togliere all’importanza della ricerca scientifica in tutti i campi compreso quello alimentare, riferendomi ora alla realtà italiana, mi augurerei maggiore riguardo e attenzione alla produzione stessa dei cereali, che non viene adeguatamente incentivata ne’ protetta.

C’è bisogno di politiche agricole prima di tutto a sostegno del prezzo al produttore, per favorire qualità biologica e una maggiore quantità delle produzioni cerealicole italiane, ora insufficienti per il fabbisogno nazionale.

enzo p.

Carrello